Appunti di vita quotidiana: uomini, donne e bambini a Wasa, Tanzania
APPUNTI DI VITA QUOTIDIANA
uomini, donne, bambini a WASA, Tanzania
Stefano a Wasa, Tanzania 2004
“,Il punto focale della questione è questo: loro non hanno tanto: le case sono quelle, i vestiti sono il più delle volte stracciati, girano a piedi nudi ovunque, alcuni tossiscono e hanno il naso che cola, alcuni sono proprio nella miseria totale, vivono di allevamento, grano e legname, gli uomini li vedi a gruppi che parlano seduti sulla pietra e ci osservano, le donne lavorano, trasportando il bimbo in spalla e le ceste sulla testa,Questi bambini non li vedi mai soli, mai una volta che ne becchi uno escluso o isolato: sono sempre in gruppo… Stando tutto questo, loro sono contenti; ci sorridono e l’obiettivo è la fine della giornata. Non importa se mangeranno polenta o cosa, in quelle costruzioni in fango, in condizioni igieniche pietose. Loro non sanno che c’è fuori da questa savana. Loro ci guardano curiosi”.
Ecco le primissime sensazioni, due giorni dopo l’arrivo, il 4 Agosto.
La situazione sociale di Wasa, di certo estendibile a quella dei villaggi limitrofi, è la cosa più interessante e affascinante da osservare e su cui riflettere una volta tornati in Italia; credo sia il punto di partenza da considerare per qualsiasi intervento a favore di questa gente. È dalla situazione sociale che derivano l’economia del villaggio e le condizioni di salute dei suoi abitanti; sono gli usi e costumi quotidiani della gente che determinano tutto il resto; qui, più che in ogni altra parte del mondo.