Aggiornamenti dalle isole Salomone di settembre 2012

Inserito in Testimonianze | mercoledì 26 settembre 2012 | |

Ciao a tutti.
Dovete sapere che sulla strada principale che porta verso la parte ovest dell’Isola, ad un certo punto c’è un sentiero che si inoltra nella foresta dalla parte che porta al mare.
E’ un sentiero bordato di mille fiori tropicali coloratissimi. Ogni volta che passavamo da lì ci chiedevamo dove portasse e chi avesse piantato così tanti bei fiori.
Il mese scorso abbiamo voluto svelare il mistero e ci siamo dirette verso l’interno del sentiero. Incredibilmente abbiamo scoperto che porta alla casa di uno dei nostri studenti della scuola tecnica, Chris, e credo che la sua storia sia degna di essere raccontata.

Chris aveva preso una brutta strada, si era associato ad una compagnia di sbandati: fumavano marijuana e bevevano. I genitori erano disperati e non sapevano più come prendere il loro ragazzo, che aveva cominciato anche a rispondergli.

Quasi per gioco, un giorno il papà gli aveva detto che invece di perdere tempo in giro avrebbe dovuto iscriversi alla scuola don Bosco ed imparare un mestiere, che forse era ora! E quasi per gioco il ragazzo ha accettato.
Nei due anni di corso in falegnameria Chris ha avuto un cambio di vita incredibile: ha lasciato la vecchia compagnia e si è impegnato al massimo nella scuola. Quando c’erano dei lavori extra di mantenimento degli edifici scolastici era il primo ad offrirsi volontario ed è stato anche il primo ad offrirsi al tempo dello tsunami, quando siamo andati a costruire la scuola distrutta dalla calamità. Sorrideva sempre ed era amico di tutti, soprattutto di quelli più sbandati.

Una volta gli avevo chiesto qual’era il suo progetto una volta diplomato e lui mi aveva risposto che aveva in mente di costruire una casa per i suoi genitori sulla terra che apparteneva alla loro famiglia, un terreno che porta al mare.

Alla fine del corso, il datore di lavoro dove aveva fatto il periodo di stage lo aveva assunto subito e riceveva anche un bello stipendio, così ha potuto realizzare il suo sogno: da solo, nel tempo libero, un po’ aiutato dal padre che è anche lui falegname, ha costruito una bella casa in legno col tetto di lamiera (qui sono chiamate “permanent house”, perchè sono considerate durevoli per sempre, rispetto alle capanne di foglie!).

Per rendere il posto ancora più personalizzato, ha piantato mille fiori ai lati del sentiero che porta alla casa, così la mamma avrebbe avuto sempre fiori freschi. Studiando poi la conformazione del terreno e gli alberi che vi crescono, ha localizzato la falda acquifera ed ha scavato un pozzo vicino alla casa, così la mamma non doveva più fare tanta strada per andare a prendere l’acqua.

Col padre aveva pensato a tanti progetti per sfruttare la proprietà: bungalow sulla spiaggia per i picnic delle famiglie, un forno per la cottura della copra (è un prodotto dell’albero di cocco), una casa per sè e una per gli ospiti.

Un giorno va dal papà e gli chiede il filo da lenza: “Hai intenzione di andare a pescare?” gli chiede il padre, “No, voglio piantare dei fiori”. Infatti, sulla riva del mare aveva individuato un posto particolarmente isolato ed aveva pensato di piantare tanti fiori di tutti i tipi, in ordine però, in file diritte, e il filo del padre gli serviva per quello! La sua intenzione era di costruire poi un gazebo in mezzo ai fiori, per avere un angolo di pace e bellezza per i momenti di tristezza o di stress, per rilassarsi ed aveva detto al papà che avrebbe aperto quel posto a qualsiasi persona avesse bisogno di pace e riposo.
Accanto alla casa paterna aveva poi costruito una tettoia dove ospitare gli amici che erano in difficoltà momentanea, in cerca di casa o che avevano litigato coi genitori, in cerca di tranquillità o di un posto sicuro dove stare.
Chris consigliava sempre ai suoi amici di iscriversi alla scuola don Bosco, che gli aveva dato tanto, ed ogni volta che c’era una festa o una riunione lui era sempre presente. Due anni fa aveva persino lasciato il lavoro per prestare un anno di servizio di manutenzione nella scuola, in ringraziamento per la vita nuova e bella che don Bosco gli aveva fatto scoprire.

Nel mese di maggio c’è la tradizione, nei villaggi della parte ovest dell’Isola, di portare la statua di Maria nelle case e di pregare il Rosario insieme. Poi le “matrone” del villaggio di turno si fermano per la notte di preghiera ed anche altri si uniscono a loro (devo dire che il “lavoro” delle nonne è uguale in tutte le parti del mondo: pregare Maria per i figli e i nipoti e per tutte le necessità del mondo…ecco perchè stiamo ancora tutti in piedi!).

Il 25 di maggio era il turno del villaggio di Chris e dopo la preghiera del Rosario, aveva detto al padre che sarebbe andato via un momento e poi ritornava per stare la notte con le matrone in caso avessero bisogno di qualcosa.

Non si sa esattamente cosa sia successo, pare che abbia incontrato un gruppo di ubriachi che lo hanno assalito e colpito a morte. Solo al mattino i genitori sono stati avvisati che Chris era all’ospedale in coma.

Al funerale c’erano più di duemila persone, i genitori erano sbalorditi nel vedere quanti lo amassero. E’ stato sepolto vicino alla casa che aveva costruito e quando siamo arrivate alla sua tomba era ancora ricoperta di fiori ed alcuni amici ne avevano piantati anche attorno.
Il padre ci diceva che ora deve lavorare da solo ai progetti di Chris e che quando un lavoro non va o quelli che lo aiutano non capiscono cosa devono fare, lui si siede e piange pensando al figlio.
La mamma ci diceva che spesso pregano Chris di aiutare i suoi fratelli, che sono arrabbiati e gridano vendetta per quello che gli è successo, diceva che Chris deve mettere pace nel loro cuore e che loro, come genitori, non sentono nessun sentimento di vendetta perchè Chris non merita di avere genitori con l’odio nel cuore. Sono inoltre grati a don Bosco per avergli restituito un figlio che forse non avrebbe lasciato nessun buon ricordo o buon sentimento alle spalle.
Sono tanti, sapete, i ragazzi e le ragazze che il sistema educativo di don Bosco aiuta nella vita, anche qui nelle Isole Salomone.

Ogni volta che andiamo in città o in qualsiasi altro posto, troviamo sempre degli ex-allievi che ci corrono incontro, ci salutano, ci raccontano della loro vita, di quanto sono contenti.

Franklyn lavora nella polizia, nel settore meccanico; Aloisio è capo elettricista nelle miniere d’oro della regione; Paul è preside del college di educazione professionale diocesano; Beautyleen è responsabile del personale di due grandi alberghi di Honiara; Samuel insegna falegnameria in una scuola tecnica e Melissa economia domestica nella stessa scuola. Alcuni sono anche stati mandati all’estero dai loro datori di lavoro per avere una maggior preparazione in vista di un avanzamento di grado. Molti sono già felicemente sposati e cominciamo a vedere in giro faccine di bambini che assomigliano loro!

Ovviamente ci sono anche quelli che si perdono, nel senso che faticano a trovare un lavoro per incostanza, malavoglia, disimpegno, alcoolismo e qualcuno anche perchè ha rubato. Nella minestra c’è di tutto, ma sappiamo che quello che di buono viene seminato resta per sempre ed ha tempi diversi per fiorire.
Chris ha lasciato una ricordo indelebile nelle nostre storie pur nella sua giovane età e credo che lanci anche a noi la stessa sfida: quale ricordo lasceremo alle spalle?

Per noi missionari è una grandissima sfida. Noi non siamo permanenti nei posti dove siamo assegnati e quando andremo via cosa lasceremo, cosa avremo costruito…solo case o vite? E tutti noi cosa stiamo costruendo in relazioni, attività, condivisioni di vite e di esperienze? Quale memoria resterà nel cuore di quelli che ci conoscono?
Ora che stiamo riprendendo l’anno scolastico e sociale potremmo mettere nel libretto delle riflessioni personali queste domande, questa sfida che Chris ci lancia: lui ce l’ha fatta e noi?

Un saluto a tutti.
Sr Anna Maria.