Mozambico, un ciclone vicino alla nostra missione di Nova Mambone

Inserito in Testimonianze | domenica 25 febbraio 2007 | |

Fonte: MISNA

Da tutte le città della provincia costiera meridionale di Inhambane, dove giovedì si è abbattuto il ciclone Fávio, “i nostri missionari dicono che lo spettacolo è desolante”, scrive alla MISNA da Maputo padre Manuel Tavares, missionario della Consolata. “La città più danneggiata è stata Vilankulos: le abitazioni tradizionali sono state in gran parte distrutte e decine di migliaia di persone si trovano a dormire all’addiaccio.

Un bilancio provvisorio parla di 3 o 4 morti e di varie decine di feriti” prosegue il religioso citando i missionari Andrea Brevi, Fernardo Carneiro, Jorge Guilherme e il diacono Fabio Malesa. “Mancano elettricità, acqua potabile e carburante”, scrive inoltre padre Tavares, aggiungendo che “la forza del vento e dell’acqua hanno rotto porte e finestre” e danneggiato numerosi edifici, case, scuole, studentati, strutture alberghiere e persino l’ospedale.

“L’impatto di Fávio è stato ugualmente annientante a Inhassoro” dove lavorano i sacerdoti ‘Fidei Donum’ della diocesi di Vercelli, con cui tuttavia è difficile entrare in contatto. Nella città più interna di Mapinhane “i danni sono stati meno gravi, ma si è ripetuta la medesima scena di distruzione delle costruzioni precarie dove vive quasi la totalità della popolazione”, scrive ancora ha fatto sapere padre Fernando.
Poche notizie arrivano dalla missione di Mambone dove lavorano padre Amadio Marchiol, padre Gabriel Casadei e fratello Peter Bertoni: “Le famiglie sono rimaste senza un tetto, l’edificio principale della missione ha resistito alla violenza del ciclone, ma gli edifici scolastici, i depositi e i laboratori sono stati danneggiati”.

Nella valle del fiume Zambesi, più a nord, “la furia del ciclone si è aggiunta alle altre calamità di cui sono state vittime le popolazioni intorno al gran fiume Zambesi” scrive ancora padre Tavares, concludendo: “Le forti piogge che si sono precipitate negli stati vicini hanno provocato straripamenti di ingenti quantità d’acqua dalla Diga di Cahora Bassa. Dopo che le loro case sono state inondante, migliaia e migliaia di persone stanno cercando rifugio nelle zone più alte”.